Le vicende narrate in questo romanzo sono in gran parte frutto di fantasia.
Tuttavia i personaggi inventati si muovono in un contesto storico reale che ho cercato di ricostruire nel modo più fedele possibile e interagiscono con altri che sono veramente esistiti; tutte le
notizie relative a questi ultimi, quando non riguardino direttamente i loro rapporti con i personaggi e con la storia immaginari, sono tratte dai testi che ho consultato (e che talora danno di
uno stesso accadimento versioni discordanti, nel qual caso ho scelto quella più “adatta” alle necessità narrative).
Personaggi di invenzione:
Tra i membri della Confraternita:
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Aloysius e Caelan, druidi
celtici
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Lucio, pontefice romano
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Liberio, Arciprete della Basilica Maior
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Alberico, Primicerio di Santa Maria Maggiore
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Anselmo, patarino
-
Onorio, Arcidiacono del Duomo
-
Tommaso Capra e Raffaele, Deputati della Veneranda
Fabbrica del Duomo
-
Niccolò, figlio illegittimo di Filippo Maria
Visconti
-
Giacomo di Paolo, maestro lapicida, Guido
Castiglioni, cortigiano
Tra gli altri personaggi:
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Rossana, moglie di Giacomo, e Angelica, loro figlia
-
Filippo, figlio di Angelica e
Niccolò
-
Lorenzo, Nardo, Pagano ed Egidio, soldati
al servizio degli Sforza
-
Maria, sorella di Lorenzo
-
Domenico, Marta e i loro figli, contadini
lodigiani.
Personaggi minori:
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Beatrice Pusterla
-
Lucrezia Birago, Lucia Castiglioni, Simonetta Cotti,
Franceschetto del Maino, Gaspare, nobili della corte milanese
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Cristiano Solari, scultore
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Rosso e Berto, monelli della Cattedrale
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Gervasio, Arciprete del Duomo
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Annina e Federica, giovani prostitute.
Personaggi realmente esistiti:
Tra i membri “prestati” alla Confraternita:
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Mirocle e Dionigi, vescovi del IV
secolo
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Antonio da Saluzzo, Arcivescovo fondatore del
Duomo
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Francesco Della Croce, Primicerio del Duomo (in
realtà morì, molto anziano, nel 1479)
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Giorgio Lampugnani, professore di diritto
all’Università di Pavia
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Giovanni Omodei, giureconsulto, suocero del
precedente
-
Giorgio Piatti, giureconsulto milanese
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Franchino Castiglioni, consigliere della
Repubblica ambrosiana
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Cola Montano, professore dell’Università di Milano, probabile
ispiratore della congiura del 1476
-
Pier Candido Decembrio, umanista
pavese.
Personaggi delle famiglie Visconti e Sforza:
-
Giovanni Maria Visconti
(anche se l’episodio della “caccia all’uomo” narrato è di invenzione, è reale che il Duca
utilizzasse i suoi mastini per giustiziare i nemici e gli sono accreditati episodi simili)
-
Filippo Maria Visconti e tutti i
personaggi citati delle famiglie Visconti e Sforza e delle altre famiglie signorili italiane
-
Ludovico il Moro al momento della
congiura dei Lampugnani si trovava in Francia, ma si ritiene probabile che sia stato lui il mandante dell’omicidio di suo fratello Galeazzo Maria. Recentemente è stato ritrovato nella
chiesa di Sant’Andrea a Melzo (feudo dell’amante di Galeazzo Maria, Lucia Marliani) un teschio, forse dello stesso Galeazzo Maria. La prima moglie di Filippo Maria Visconti, passata alla
storia come Beatrice di Tenda grazie all’opera di Bellini, in realtà probabilmente apparteneva alla famiglia Lascaris o alla stessa famiglia del primo marito, Facino Cane.
-
Filippo Pellizzone, segretario ducale
-
Cicco Simonetta, segretario
ducale
-
Foschino degli Attendoli, castellano
sforzesco (in realtà all’epoca dei fatti narrati Foschino era molto anziano, essendo nato nel 1392; non si hanno sue notizie posteriori al 1452)
-
Zaccaria Saggi, ambasciatore mantovano
a Milano.
I congiurati del 1476:
Tutti gli Arcivescovi, i Cardinali e i Papi menzionati. Tutti i comandanti
militari menzionati.
Tutti gli architetti, gli scultori e i pittori citati, ad eccezione di
Giacomo di Paolo e di Cristiano Solari. L’Angelo con la corona di spine, qui attribuito a Niccolò, è opera della seconda metà del ‘400 attribuita ad anonimo della
cerchia dei Mantegazza.
I fatti:
Sono realmente accaduti tutti i fatti storici, tutti i fatti riguardanti la
costruzione del Duomo e i seguenti fatti “di cronaca” narrati:
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Tumulti in occasione del Concilio del 355
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Battesimo di Sant’Agostino da parte di Sant’Ambrogio nel 387
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Incendio del 1075
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Processi alle streghe milanesi alla fine del XIV secolo
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Erezione della colonna in piazza dell’Arengo nel 1456
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Terremoto del 1473
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Processo ed esecuzione della “strega” Ruggiera da Monza
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Fustigazione pubblica di Cola Montano
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Visita del Cardinale Pietro Riario nel 1473 (la descrizione dei
festeggiamenti “leciti” e “illeciti” è di invenzione, ma è reale la fama di immoralità del Cardinale).
Il passo in cui Gian Galeazzo dice di avere solo il peccato di lussuria, ma in
tutta perfezione, è la parafrasi del brano di una lettera scritta al Marchese di Mantova.
La descrizione degli ultimi giorni di vita di Galeazzo Maria Sforza e del
fallimento della congiura è basata sulla Storia di Milano di Bernardino Corio (1503) e sul saggio Cola Montano di Saverio Gaggioli (2005).
Sono invece immaginarie, oltre alle vicende personali dei protagonisti, le
seguenti descrizioni:
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Fuga di Caelan durante la presa romana di Milano celtica (realmente
avvenuta nel 222 a.C.)
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Consacrazione del tempio di Minerva
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Cerimonia di fondazione del Duomo (di cui non si hanno testimonianze
scritte)
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Cerimonia nuziale di Galeazzo Maria Sforza e Bona di Savoia (non ho
trovato resoconti dettagliati delle nozze in Duomo e del successivo banchetto, per cui la descrizione dell’avvenimento è di fantasia, ricalcata in parte sulla descrizione delle nozze di
Gian Galeazzo Sforza e Isabella d’Aragona nel 1489).
Non sono inoltre dati reali:
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Esistenza di una casa di tolleranza “di corte”
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Esistenza di una vetrata finanziata da cortigiane (ma
sono testimoniati altri lasciti da parte di cortigiane)
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Esistenza di sacche magmatiche superficiali sotto Milano
(mentre leggende non verificate parlano di laghi sotterranei)
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Coinvolgimento di Ludovico il Moro nella congiura
(Ludovico al momento dell’omicidio si trovava in Francia, ma diversi storici ritengono probabile che ne sia stato lui il mandante)
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Processo alle streghe nel 1476 a Milano (gli ultimi erano stati celebrati a
Sant’Eustorgio nel 1390, ma l’interesse del Duca per l’argomento è testimoniato dal suo viaggio a Monza per assistere all’esecuzione di Caterina de Pilli detta Ruggiera da Monza nel
1471). A Milano non si ha notizia di processi fino al 1490, quando venne bruciata davanti al Broletto Antonia da Pallanza. Tuttavia questi anni, in generale, sono caratterizzati da un
rilancio dell’azione dei Tribunali che raggiungerà il culmine nel 1484, con la Bolla di Papa Innocenzo VIII “Summis desiderantes affectibus”.