Vero e falso nel romanzo

Questo romanzo si attiene in modo fedele ai dati storici e biografici relativi a Leonardo, ai suoi allievi e al periodo storico in cui vissero, sfruttando a fini narrativi le zone d’ombra nelle nostre conoscenze, che sono piuttosto numerose se consideriamo la fama, già in vita, dell’artista. Al di là della componente “magica”, la trama del romanzo si costituisce quindi come rielaborazione di fatti accertati o riportati da fonti di vario genere, a cominciare dai Codici leonardeschi, fatti però spesso non sicuri o di non univoca interpretazione, tanto da lasciare ampio margine alla fantasia narrativa.

 

Il punto di partenza è l’intrigante racconto vasariano (in parte confermato anche dall’Anonimo Gaddiano) dell’arrivo di Leonardo a Milano, alla corte di Ludovico il Moro:

Un Leonardo perciò anche eccellente musico e liutaio, oltre che genio in tutti gli altri campi meglio conosciuti della sua attività. 

In questa stampa di Marcantonio Raimondi, del 1505 circa, è possibile che sia lo stesso Leonardo a essere rappresentato nelle vesti di Orfeo che ammansisce le belve. L'iconografia del mitico cantore, infatti, è solitamente diversa: imberbe e giovinetto. Qui lo troviamo invece rappresentato secondo delle caratteristiche fisiognomiche non molto diverse da quelle che ritroviamo nel presunto Autoritratto di Leonardo a Palazzo Reale a Torino (dove l'uomo ritratto è naturalmente più anziano).

 

 

Tutti i personaggi citati al fianco di Leonardo sono realmente esistiti e sono costruiti in base alle scarse informazioni che abbiamo su di loro (non abbiamo ad esempio la certezza che Caterina che secondo diversi appunti nel 1493-94 abitava con Leonardo sia veramente sua madre, che portava quel nome; ma la cospicua spesa sostenuta per il suo funerale lo rende plausibile). Atalante Migliorotti, allievo musicista di Leonardo, e Tommaso Masini detto Zoroastro, aspirante mago e astrologo che per la verità assunse questo soprannome in anni più tardi a Roma, accompagnarono probabilmente davvero Leonardo a Milano.

 

 

Atalante Migliorotti potrebbe essere il musico ritratto da Leonardo nella tavola della Pinacoteca Ambrosiana, identificazione sostenuta ad esempio da Pietro C. Marani, contro quelle tradizionali che collegano il ritratto a Franchino Gaffurio o a Josquin Desprez e quella di Degrada che fa il nome di Simon De Quercu, tutti musici che Leonardo ebbe sicuramente occasione di conoscere  a Milano (le notizie sugli anni di effettiva presenza di Josquin Desprez nella città sono però molto incerte e discordanti).

Non conosciamo gli esatti spostamenti successivi di Migliorotti, ma è vero che egli fu al servizio di Piero de' Medici (e successivamente di Leone X) e che fu  chiamato nel 1490/91 alla corte dei Gonzaga per interpretare Orfeo nella Fabula di Poliziano, in due allestimenti programmati rispettivamente il primo a Marmirolo, il secondo a Gonzaga; in entrambe le occasioni probabilmente lo spettacolo non ebbe luogo, forse a causa di altri impegni del musico. In seguito lo ritroviamo a Roma, dove ricoprì importanti cariche onorarie. Dopo il fortunato periodo romano abbiamo poche notizie su di lui, né sappiamo alcunché sul suo carattere. Il suo nome compare per l’ultima volta come testimone in un atto del 1535, a Perugia.

 

Tommaso Masini collaborò a lungo con Leonardo, soprattutto durante i lavori per La Battaglia di Anghiari nel Salone del Gran Consiglio a Firenze; secondo una tradizione non confermata ma che non ritengo del tutto impossibile, sarebbe stato il temerario collaudatore della sua macchina per volare (il fallimento dell’esperimento, riportato dalla leggenda, spiegherebbe la lunga interruzione di studi in tal senso nei fogli leonardeschi).

 

Qualche notizia in più abbiamo riguardo a Gian Giacomo Caprotti, da Leonardo chiamato Salaì (nome di un diavolo del Morgante di Luigi Pulci), servo/allievo del maestro, che seguì a lungo, salvo non essere presente al momento della sua morte (ma fu probabilmente in Francia poco tempo prima e in quell’occasione ricevette in dono da Leonardo molti quadri, che in parte rivendette immediatamente). La sua morte violenta (venne ucciso forse fortunosamente da un tiro di schioppo) è solitamente assegnata al 19 gennaio 1524, ma secondo Carla Glori – Ugo Cappello, Enigma Leonardo: decifrazioni e scoperte. La Gioconda. In memoria di Bianca, Ed. Cappello, esisterebbe un atto notarile del 1525 che anticipa la morte di Salaì al 1523.

 

Sono poche le licenze che mi sono presa rispetto alla verità storica e in genere si tratta solo di anticipazioni o posticipazioni di dati reali.

  

 

Alcuni studi e disegni leonardeschi citati, ad esempio i disegni anatomici, le scenografie dell’Orfeo (qui sotto) e gli studi per strumenti musicali di nuova invenzione esistono, ma sono di anni posteriori a quelli trattati nel libro. 

In generale le conoscenze attribuite a Leonardo saranno da lui in parte raggiunte o almeno codificate solo successivamente. Le teorie da lui enunciate nel romanzo sono basate su osservazioni sue, con l’unica eccezione delle scoperte relative ai numeri primi. Anche in questo caso, tuttavia, il suo interesse per le armonie proporzionali, nella musica e nelle scienze in generale, fu sviluppato in anni più tardi, grazie anche alla collaborazione con grandi teorici e studiosi come Luca Pacioli, per il cui trattato De divina proportione Leonardo disegnò alcune tavole. 

Leonardo era molto più portato per la geometria che per l’aritmetica e diverse volte nei suoi taccuini compaiono semplici operazioni con errori di calcolo (fatto che me lo rende molto più simpatico). 

Ludovico il Moro è sempre stato sospettato di aver fatto avvelenare il nipote (lui, e non i francesi), ma la cosa è estremamente controversa e forse Gian Galeazzo morì in seguito agli stravizi.

Non si sa quali musicisti abbiano suonato veramente in occasione della Festa del Paradiso. Talvolta la Cappella musicale del duomo, diretta da Franchino Gaffurio, prestava musici alla Cappella ducale anche per esecuzioni profane, e viceversa. 

 

L’unica vera libertà che mi sono presa: non è vero che Leonardo sia stato incaricato da Beatrice d’Este di interpretare la parte di Orfeo in uno spettacolo a Milano.