Il Duomo di Milano

Lavoro Cattedrale di Milano ha caratteristiche quasi uniche in Italia. Fondata nel 1386, solo una quindicina d'anni prima della data di esordio convenzionale del Rinascimento, essa è forse il solo monumento della penisola a mostrare caratteristiche molto vicine a quelle dello stile gotico più elaborato delle immense Cattedrali d'Oltralpe. Il motivo di questa connotazione "straniera" sta nella volontà dell'allora duca di Milano, Gian Galeazzo Visconti, prossimo ad allargare il proprio potere su tutta l'Italia settentrionale, di dimostrare la parità di Milano rispetto alle altre grandi capitali europee e in particolare a Parigi.

Questa volontà andava a coincidere con quella dell'Arcivescovo Antonio da Saluzzo, suo parente, ma soprattutto con quella della popolazione di Milano, da tempo desiderosa di manifestare la propria devozione alla Vergine Maria (il Duomo infatti sarà dedicato a Maria Nascente) attraverso l'erezione di un nuovo tempio, più grandioso e solenne rispetto alle ormai vetuste Cattedrali di Santa Tecla e Santa Maria Maggiore che si trovavano in precedenza nello stesso sito.

Il modello di riferimento scelto non fu però tanto quello delle ormai secolari Cattedrali francesi, quanto delle più moderne Hallenkirchen tedesche, caratterizzate dall'ampia spazialità interna sottolineata dall'altezza identica delle navate. E infatti nei primi vent'anni della fabbrica furono chiamati a dare la loro consulenza sia architetti francesi (Nicola da Bonaventura, Jean Mignot) sia tedeschi (tra i molti, Anechino d'Alemagna, Enrico di Gmund detto il Gamodia). Essi si andarono ad affiancare, spesso generando conflitti di non facile soluzione, ai costruttori lombardi cui era stata affidata la responsabilità operativa della costruzione.

Il risultato è un edificio con caratteristiche assolutamente peculiari, che non si allinea né con la tradizione italiana né con quella straniera.

Se infatti l'uso del marmo piuttosto che del più consueto laterizio (con cui non a caso si era lavorato nel primo anno di lavoro, salvo demolire successivamente tutto quanto già fatto), la ricchezza decorativa, la ricca selva di guglie, pinnacoli, contrafforti e archi rampanti sono del tutto estranei alla tradizione lombarda, altrettanto numerosi sono gli aspetti che differenziano il Duomo dagli esempi oltralpini: tra i molti il mantenimento del ruolo portante delle pareti, la funzione in gran parte solo decorativa o con funzioni anomale degli stessi elementi architettonici menzionati (ad esempio gli archi rampanti usati come canali di deflusso dell'acqua), la struttura a doppio strato sia delle pareti, sia delle volte.

La stessa struttura delle Hallenkirchen viene negata dal mantenimento di una differenza di altezza, sia pure molto minore rispetto al consueto, delle navate.

Di tutto questo nel romanzo viene data una nuova, inquietante interpretazione, legata alle misteriose macchinazioni di una setta segreta che opera nell'oscurità dei sotterranei del Duomo.

Pura immaginazione?

Chissà...